25/11/2021

Approda su Spotify il progetto “Radio Dante’, la Divina commedia musicata da detenuti Pisa

Il 25 novembre l’appuntamento finale con la trasmissione dei radiodrammi su Punto Radio di Cascina e la pubblicazione del podcast

Radio Dante

Approdano su Spotify i radiodrammi realizzati all’interno del progetto ‘Radio Dante‘, ideato e realizzato dalla compagnia teatrale ‘I Sacchi di Sabbia’ coinvolgendo 15 detenuti della casa circondariale Don Bosco di Pisa.

Una serie di tre radiodrammi sulla Divina Commedia, trasmessi, a partire da marzo, sull’emittente radiofonica Punto Radio di Cascina (Pisa). A chiusura del percorso, il 25 novembre, l’intero ciclo di radiodrammi, presentato da Marco Signori della Scuola Normale di Pisa, verrà trasmesso sempre da Punto Radio e andrà anche su Spotify. 

La cura musicale e l’edizione dei podcast è a cura di Davide Barbafiera del gruppo musicale Campos, per l’etichetta Aloch dischi. 

Il progetto, con il contributo di Fondazione Pisa e Regione Toscana, era partito il 25 marzo in occasione del ‘Dantedì’. I detenuti, allievi della compagnia teatrale, si sono affacciati all’immenso materiale dantesco: sono stati scelti alcuni canti e personaggi infernali che potessero meglio favorire la curiosità e l’interesse. Tutti i partecipanti hanno portato in dote lingue e dialetti di diversa provenienza e hanno accettato di lavorare insieme su un testo complesso, ma anche affascinante.

Per Francesca Censi de I Sacchi di Sabbia, “il media radiofonico oltre ad essere piuttosto inedito in un contesto carcerario, si presta particolarmente alla esigenze di questo drammatico periodo storico: non solo dal punto di vista espressivo, ma anche da quello della gestione didattica, mettendo in primo piano un lavoro su suono e voce da ascoltare non nella prossimità, come nel caso dello spettacolo dal vivo, ma a distanza”. La diffusione radiofonica delle puntate di RadioDante, ha permesso di raggiungere un pubblico più vasto, facendo così conoscere ad un maggior numero di persone un lavoro importante come quello del teatro in carcere che non si è fermato durante l’emergenza sanitaria.